L'industria dell'automobile è messa in ginocchio. E cerca aiuti. Bisogna prestare attenzione alle mosse di alcuni e bisogna pensare ad un piano europeo. Per non trovarsi come un po' di anni fa. Oggi l'Acea, l'associazione costruttori ha dichiarato che sono a rischio 14 milioni di posti di lavoro in Europa.
Giovedì 19 marzo avevo ricevuto informazioni sul fatto che alcune aziende automobilistiche, per non soccombere alla crisi del Coronavirus, puntassero a mosse, fino a poco tempo fa, impensabili. Tra le tante ipotesi c’era quella addirittura di interventi di Stato. Tra le Case che avevo citato c’era Renault.
Dopo poco più di 24h, il presidente di Renault Jean Dominique Senard ha rilasciato una intervista al prestigioso quotidiano transalpino Le Parisien per confermare come Renault potrebbe beneficiare degli aiuti stanziati dal Governo di Macron: “Potremmo cercare garanzie statali come altre società – ha affermato Senard – ma una nazionalizzazione non è nei piani.”
Curioso che abbia proprio parlato di una nazionalizzazione. E ancor più il fatto che abbia detto come una nazionalizzazione non sia nei piani, senza dire però di chi.
In Europa in questi anni sugli aiuti di Stato c’è sempre stato un gioco poco chiaro che non ha fatto certo del bene.
Molti Stati, come Germania e Francia, hanno dato molti soldi alle rispettive aziende automobilistiche sotto forma di contributi per lo sviluppo della mobilità elettrica, creando dei mostri e mettendo altri in grande difficoltà.
Carlos Ghosn, quando era il nr.1 di Renault, ricevette dei bei soldini dall’allora presidente Sarkozy per studiare nuove soluzioni di mobilità (aggirando così la regola che lo Stato non può dare soldi alle aziende, per non favorirle a discapito di altre aziende della Comunità Europea) mentre Fiat da Berlusconi non prese nulla. E questo qualche differenza la fece. Tant’è che la Casa italiana passò un periodo non certo positivo, che si risolse solo con l’arrivo di Marchionne. Che poi lottò non poco contro gli aiuti di Stato!
La morale è che in questo periodo non certo facile si deve essere molto attenti e vigili su tutto, anche sull’economia e sulle mosse dei vari attori del mercato, per non trovarsi con spiacevoli sorprese.
Per essere più chiari: l’Italia oggi paga il non aver messo in sicurezza la sanità ed ora è concentrata nel recuperare gli errori del passato, guardando solo in questa direzione, prendendo decisioni non sempre del tutto corrette.
Ci riferiamo ad esempio alla decisione di bloccare tutto per non far stare le persone vicine ma allo stesso tempo il non aver imposto ai supermercati l’apertura 24h che diluirebbe l’afflusso delle persone nella giornata ed eviterebbe gli incredibili assembramenti di questi ultimi giorni per recuperare beni di prima necessità!
O come in Italia non si siano ancora fermati i noleggi e il car sharing. Ma anche come non si insista sulla protezione individuale, spingendo all’uso degli occhiali e non solo delle mascherine. Oggi non si mette ancora bene in evidenza che il Coronavirus attacca l’uomo attraverso il sistema respiratorio quindi bocca e naso ma anche occhi. Non ci risulta che si sottolinei l'importanza dell’uso di occhiali di protezione. Non sarebbe opportuno a tal fine avvertire le persone ad usare occhiali anche quando vanno a fare la spesa?
Non si vorrebbe che altrettanta “distrazione” o meglio “mancanza di visione globale” portasse ad ulteriori disastri.
Altra area da mettere in sicurezza: quella dei ricambi e della manutenzione. Perchè in un momento non certo facile ci sarà più interesse a mantenere che a sostituire.