Lynk & Co è un nuovo marchio di automobili con capitali cinesi ma ingegno svedese che fa parte del Gruppo Geely a cui anche Volvo appartiene.
Dal 2019 questo nuovo marchio vuole proporsi in Europa, con un crossover ma soprattutto con un approccio diverso dal solito, quello dell’auto “smarthphone”!
Il primo veicolo che potrebbe arrivare è un crossover che scommette sull'individualizzazione grazie a parti della carrozzeria che si possono comporre a piacimento nei colori, soprattutto per colpire una clientela giovane e quindi anche più portata alle rivoluzioni. Sotto la pelle c’è molta Volvo, a partire dal motore 1.5 a tre cilindri che servirà pure la XC40. A livello di dimensioni misura 4448 mm in lunghezza e 1890 in larghezza così da dare buona abitabilità. Come ingombro è quindi simile alla BMW X1 e alla Volvo XC40 ma la prima Link & Co ad arrivare in Europa avrà un costo sensibilmente inferiore con servizi si narra nettamente superiori.
Il modello Link & Co verrà prodotto in Cina e arriverà anche in versione elettrica ma la sua vera diversità sarà nel come verrà venduto e gestito perché sarà un’auto superconnessa e distribuita con canali fino ad oggi poco utilizzati dal mondo automotive. Si immagini un’auto che poco necessiti di assistenza e che se problemi avrà verranno gestiti principalmente in remoto come accade per gli smartphone; la vendita dovrebbe avvenire solo via internet su una piattaforma simil Apple per l'Iphone (si sceglieranno i colori, le "cover", il software sarà la potenza...) e poi una volta configurata arriverà direttamente a casa! La gestione dell’auto potrà essere condivisa che significa avere una app con cui aprirla e usarla ma anche indicare dove è e quindi cederla a chi ne ha bisogno!
In poche parole Link & Co potrebbe essere uno scalpello per rompere il granitico concetto della proprietà a favore della condivisione che però non è oro come potrebbe sembrare perché erode il potere economico delle persone e vincola non poco chi sceglie questa formula. Inoltre la condivisione assieme al pagamento dell'uso di cui tanti parlano ultimamente, butta alle ortiche il concetto che ha fatto grande il mondo occidentale: quello del possesso che stimola la cura del bene, impone qualità e durabilità (anche a favore dell'ambiente), genera ricchezza e libertà facendo vivere sempre meglio l'ultima generazione, almeno fino a poco tempo fa. Se invece un domani nulla si avrà perché capitolati davanti alla condivisione e alle nuove "visioni", il rischio concreto è che schiavi si diventerà con problemi tra l'altro sull'ambiente non indifferrenti perché il concetto di una mobility-smartphone potrebbe anche significare, come accade per la telefonia, un ricambio generazionale praticamente annuale e non come ogni 7 oggi sull'auto, con tutte le conseguenze del caso anche per lo smaltimento. E altro fatto da non sottovalutare, tutto ciò darà sempre più lavoro ai computer sottraendolo agli umani.