Ferrari da settembre avrà un nuovo amministratore delegato. Come sappiamo dalla scorsa settimana.
Avevamo scritto che avrebbe avuto vita non facile il suo nuovo Ad, Benedetto Vigna.
Ed è bastato attendere l'inizio della settimana che la finanza ha iniziato a picchiare duro su Ferrari.
Il motivo è semplice: la situazione non è facile sia per le vendite sia per gli investimenti tanto che adesso circolano pure voci di eventuali collaborazioni con altri su settori strategici. Voci pericolosissime e che andrebbero subito fermate.
Comunque il vero problema è il settore dove opera Ferrari: come scrivemmo un bel po’ di tempo fa, l’offerta di auto sportive in questi ultimi anni è cresciuta a dismisura come il mercato e ciò ha drogato tutti i partecipanti al grande banchetto –sfamiamo i ricchi con qualsiasi cosa-.
Adesso son tutti da sgonfiare. La ricetta minor volumi, minor redditività a fronte però di grandi investimenti perché i prodotti son vecchi può essere una sfida. Ma c'è l'incognita dell’elettrificazione che poco non costa e gran lacrime e sangue farà versare. Ci vogliono piani. Porsche sta investendo su aziende per produrre batterie e sembra abbia concluso con una azienda tedesca per costruire pacchi batterie ad alta densita'. Ma attenzione: piccoli volumi, si parla di 1200 batterie l'anno. Davvero poche.
Ferrari quando tutti la volevano e Lei a pochi si concedeva aveva una novità all’anno. Poi sono diventate due e anche 3 da quando si è buttata in finanza con vetture alquanto tra l’altro discutibili come la California, la Roma….
Il Cavallino Rampante è in posizione migliore rispetto ad altri ma non può più permettersi di vivere nel "sicuro e insicuro" maneggio che sta frequentando da cinque anni a questa parte. In tutto. Comunicazione e ingegneria compresa ma anche finanza. Finanza che l'ha esaltata e ora sembra volerla abbandonare.
E c'e' chi sogna che possa anche essere un volano aggregatore per un modello lusso italiano secondo lo schema LVMH.