Dalla ribalta del salone mancato (quello di Ginevra 2020) a quella del web il passo sembra essere per molti costruttori automobilistici naturale in queste ore.
Una tra le presentazioni più attese riguarda quella della Fiat 500 che avverrà il 4 marzo.
Bella o brutta che sia, questa come tutte le altre presentazioni sul web, sarà pericolosissima.
Perché?
Semplice: già viviamo in un mondo superficiale, figuriamoci con questo modo di presentare e comunicare cosa potrà succedere!
La presentazione virtuale non sarà letale ma non potendo toccare e verificare, il rischio di prendere “lucciole per lanterne” è certo.
E tutto ciò porterà ancor più confusione in un mondo dove oramai di certezze non ve ne sono più.
Una volta c’erano tanti “tommasi ficcanasi” che valutavano quanto le nuove auto consumavano, quanto andavano, come erano fatte… E alla fine si sapeva cosa era bene e cosa male. Oggi non più.
Il risultato è che abbiamo automobili che costano sempre di più, che dichiarano numeri che non mantengono alla voce emissioni e consumi… Abbiamo sulle strade automobili che passano come super ecologiche quando non lo sono e automobili che vengono considerate altamente inquinanti quando sono le più amiche dell’ambiente! Abbiamo un’industria automobilistica europea in crisi e marchi mito prossimi al fallimento!
Il tutto perché persone poco dotte ma molto arroganti sono salite ai posti di comando circondandosi di yes man e scappando sempre da domande e confronti.
Un po’ come i politici di oggi che, piuttosto che affrontare seriamente i grandi problemi documentandosi, preferiscono colpire con frasi shock come quella sui cinesi che…mangiano i topi vivi!
Insomma, attenzione alla comunicazione facile perché non sarà mai in salita ma in discesa.
Ma in basso si trova l’inferno, non il paradiso.
P.S. : Giusto per non dimenticare: tra i grandi fautori della comunicazione spiccia e poco approfondita ricordo Alfredo Altavilla, l’ex N.1 di FCA EMEA. Un giorno scocciato perché a domanda non dava risposta, chiamai Marchionne e chiesi come faceva a sopportarlo. Marchionne rise e mi disse: “La comunicazione si usa!”. Gli dissi che non ci saremmo più parlati e che Lui non era il primo ma nemmeno l’ultimo top manager che si era conosciuto intelligente e che poi aveva perso il bene dell’intelletto. Per fargli capire che sbagliava con questo suo approccio gli dissi cosa si pensava del lavoro che stava facendo su Alfa: non era inutile, era letale. Chi gli diceva che bene faceva male gli voleva. Ci scazzammo di brutto. Per più di un anno non ci si parlò. Poi un giorno arrivò una telefonata. Ma purtoppo era troppo tardi.