Ha aperto questa settimana il salone dell’automobile di Parigi, giunto all’89 edizione.
Una rassegna, quella di quest’anno, molto triste per l’industria e gli automobilisti europei, non solo per i pochi presenti, ma anche per le gran poche novità. Due numeri per capire meglio cosa sta succedendo: prima degli incentivi europei alla mobilità elettrica, l’industria automobilistica del Vecchio Continente ai saloni presentava almeno cinquanta nuove automobili, ora nemmeno cinque completamente inedite! Prima c’era il salone di Ginevra, ora non si fa più. Prima l’industria europea era punto di riferimento mondiale oggi non più. Prima ai saloni in Europa venivano gli americani, i giapponesi... ora non più. Prima il consumatore/automobilsta europeo poteva scegliere da modelli che partivano da 8 mila euro in su, oggi da 20 mila in su e i più stanno tra una forbice compresa tra i 30 e i 40 mila euro! Prima in Europa si vendevano attorno ai 15 milioni di auto, quest'anno si farà fatica ad arrivare a 10 milioni. Prima Fiat aveva anche 10 modelli in gamma oggi 2 ma così anche tanti altri.
Ma c'è anche un altro punto fondamentale: chi oggi fa la parte del leone sono i cinesi che stanno sbarcando in Europa con buoni prodotti e trovano campo libero perché l'offerta europea è debolissima.
I top manager dell’industria automobilistica europea adesso sono in un angolo e alcuni di loro iniziano a chiedere misure per limitare le auto elettriche “made in china”. Uno di loro, il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares è tra i più attivi nel richiedere interventi e ironia della sorte ricorda molto Jacques Calvet, ex N.1 di Peugeot negli anni ottanta, intimo delll'allora Presidente Valery Giscard d'Estaing quando lottava contro l’industria giapponese ma con scarso successo in quanto gli orientali trovarono nel Regno Unito la possibilità di creare impianti cacciavite dove far uscire le loro auto per gabbare i balzelli e che salvò Peugeot solo con un modello, la 205, tra l'altro non per pieno merito suo ma del suo team prodotto.
Il Ceo di Stellantis che oggi ricorda il ruolo che fu di Calvet, chiede regole e quindi limitazioni sulle importazioni in Europa delle auto cinesi per almeno dieci anni e fa masticare amaro perché sembra che solo negli ultimi tempi si sia accorto del pericolo. Giusto al salone di Parigi di quattro anni fa, lo intervistammo, e si diceva entusiasta dell’elettrificazione e decantava il suo ultimo business sulle batterie con i cinesi che sarebbero servite per le 100% elettriche di DS e Citroen ma non solo. Si era messo a elogiare i rapporti con il costruttore cinese DongFeng, le batterie cinesi di Catl per come erano costruite… A domanda se vedeva all’epoca un problema cinese, rispose: “Assolutamente no perché abbiamo capacità superiori.” Si è visto. E giusto per non dimenticare, non dimentichiamo che il suo collega di Volkswagen Herbert Diess dopo aver per anni spinto l’elettrico e fatto spendere un sacco di soldi a Volkswagen, dal primo settembre non solo non è più a capo del primo gruppo automobilistico europeo, ma ha messo il Gruppo tedesco nella condizione di non essere presente al salone di Parigi!
Chiariamo anche che andare verso mercati chiusi non porterà bene, come storia insegna. E non vorremmo sentire chi oggi li chiede rimangiarsi tutto. Il Toro va preso per le corna, girarci intorno non è pericoloso, è letale. Come storia dell'industria dell'auto insegna.
Adesso il N.1 di Stellantis Tavares dichiara: "Le decisioni dell'Europa sono state dogmatiche perché sono state fatte scelte che non sono tecnologicamente neutrali. Il dogmatismo ci porterà al disastro e causerà molti problemi sociali". E udite udite: “... sarà indispensabile puntare su un'ampia gamma di soluzioni tecnologiche, e non solo sull'elettrico.” Ma perchè non dirlo prima? Perchè dobbiamo sentirlo solo ora quando le uovo sono da tempo nella pentola e la frittata e oramai quasi pronta? E poi perchè annunciare pure che entro il 2024 il Gruppo Stellantis da lui condotto si accinge a lanciare altri 28 nuovi veicoli elettrici a batteria entro il 2024?
Al Salone di Parigi poi, non pochi, stanno prendendo atto che la mobilità personale non sarà più scontata. Il costo delle auto elettriche nettamente superiore rispetto a quello delle auto termiche porterà i più a non potersi permettere il veicolo che più dispensa libertà da oltre cento anni: l’automobile. Scatta inoltre anche un allarme sulle future normative ambientali Euro 7 perché richiedono elevati costi che su auto destinate a vita breve per la volontà politica di avere sulle strade solo auto elettriche è un vero no sense che può portare più di qualche costruttore alla chiusura.
Insomma, da Parigi non giungono buone notizie. E ascoltando anche alcuni tecnici di diverse Case automobilistiche europee si percepisce chiaramente che i cassetti non sono pieni di progetti perché i vertici sono troppo attenti ai costi e vogliono fare auto copia carbone con pochissime piattaforme ma tante carrozzerie, per la serie auto cloni con solo alti margini di profitto. Produrre di meno ma guadagnare di più. Questo il diktat. Anche perché c'è il grosso tema che da produttori tutti stanno evolvendo in assemblatori.
Per quanto riguarda novità tecniche rilevanti, nulla è stato rilevato. Zero presentazioni di pacchi batterie allo stato solido, zero catene cinematiche a idrogeno, zero innovativi motori elettrici, zero annunci di incremento prestazioni e riduzioni consumi. Tutto è cristalizzato.
Guardando alle novità, la Renault 4 che oggi si mostra come concept, arriverà sul mercato nel 2025, due anni dopo il ritorno della 5, attesa per il prossimo anno. Entrambe saranno elettriche e sviluppate sulla piattaforma Cmf.Ev. Sia la futura R4 sia la prossima R5 dovrebbero avere un motore elettrico da 140 cavalli servito da un pacco batteria da 40 kWh, per circa 250 chilometri di autonomia. La concept della R4 lascia un po' stupiti nella parte posteriore perché ricorda tanto sia la 500x sia la Mini Countryman. Un po' più di coraggio ci voleva. Anche come costruzione e dettagli. Per quanto riguarda il prezzo di queste due vetture le bocche dei top manager sono cucite ma qualcuno poi spiffera. Si parla di 25 mila euro per la 4 e 30 per la 5 ma soprattutto di un sistema di locazione innovativo con possibilità anche di utilizzo solo giornaliero, cioé solo quando serve. Ancora da Group Renault, divertente la concept di Dacia Manifesto, unico brand vero promotore della libertà individuale per tutti, grazie a prodotti di qualità a prezzo giusto. Merce oramai rarissima. Al Salone di Parigi sempre Dacia mostra la gamma completa con la rinnovata identità di marca e la la sua prima ibrida, la Jogger Hybrid 140.
Altra novità che cattura attenzioni è la Jeep Avenger. Piccola Jeep da 4 metri, può avere un motore elettrico da 156 cavalli con pacco batterie da 54 kWh o un motore termico 1.2 turbo benzina da 100 cavalli. Viene prodotta in Polonia e si potrà ordinare a breve ad un prezzo attorno ai 30 mila per la elettrica incentivi compresi. DS Automobiles ha presentato la Nuova DS 3 E-TENSE, che ha fatto la sua prima apparizione in pubblico con una livrea 100% elettrica, e che offre fino a 402 km di autonomia; la DS 4 in versione plug-in hybrid; DS 7 E-TENSE 4x4 360 sviluppata con DS PERFORMANCE, e DS 9 Opéra Première. Peugeot oltre a mostrare la fastback PEUGEOT 408, lancia una nuova versione da 400 km di autonomia della PEUGEOT E-208, l'EV, e un nuovo Scooter 100% elettrico, PEUGEOT ha annunciato che nelle prossime settimane svelerà il PEUGEOT INCEPTION Concept, la visione del “brand del Leone” per la prossima generazione di auto elettriche native.
Di novità da 10 mila euro nemmeno l’ombra. Ma nemmeno l’ombra di auto da 20 mila euro. Una volta le varie Renault Twingo, Fiat Panda, Citroen C1, Peugeot 108 spopolavono, ora non ci sono più. Auto popolari come la Ford Fiesta non si faranno più. Anche gli americani sono in pallone completo.
Per quanto riguarda i cinesi ha colpito e molto la BYD Atto 3, SUV elettrico compatto, per la linea e la costruzione ma anche per la batteria da 60 kWh per un’autonomia superiore ai 350 chilometri. Il prezzo? 38 mila euro. Notevole anche la Han Ev, berlina da oltre 500 cavalli con pacchetto batteria da quasi 87 kWh e impianto frenante della Brembo. Una vera spina del fianco non solo per Tesla ma anche per Porsche, perché molto ma molto curata a tal punto che se non si sapesse che fosse cinese si scambierebbe per una tedesca.
A proposito di tedesche, Mercedes ha fatto una comparsa fuori salone. Ha presentato l’ennesimo SUV elettrico, l’EQE. Basato sulla piattaforma EVA2 che serve anche EQS sinceramente non se ne sentiva la mancanza anche perchè auto elettrica da 80 mila euro in su.
Infine l'unica vera nota positiva di questo salone arriva dal nuovo marchio di Renault destinato alla mobilità urbana: Mobilize. Da questo brand le novità sicuramente più intriganti. Duo, erede della Twizy con autonomia portata a 140 km e DUO concept un intelligentissimo tre ruote elettrico che denota appieno la creatività di Renault e che si aspetta possa entrare presto in produzione con ruota sterzante posteriore per muoversi nelle città europee che oggi sono governate da chi vuole togliere le automobili e ridurre la mobilità dei più!
PS Nel giorno di apertura del salone di Parigi non poteva mancare il pensiero del Presidente francese Macron sull'automobile e la sua industria. Non poteva mancare perché non fa parte di quegli illuminati che dicevano che a volte il silenzio è la migliore risposta se non si è dotti sulla materia. Macron ha sottolineato che bisogna aiutare questo comparto favorendo l'acquisto del made in Europe come fanno gli americani. Ha strizzato l'occhio alla chiusura del mercato e non pago ha ribadito che l'auto elettrica è una opportunità. Tutti concetti da chi dell'auto e della mobilità gran poco conosce: l'industria americana quando si era chiusa nel passato è precipitata agli inferi ed è andata ko prima a causa dei giapponesi e poi degli europei. Vogliamo fare lo stesso? L'elettrificazione non si può continuare a vederla come una opportunità: dopo dieci anni ci troviamo con auto che costano il doppio se non il triplo, hanno prestazioni che non sono migliorate e da un punto di vista d'impatto energetico sono ancora fortemente energivore. Viviamo con la chimera di lasciare il petrolio e oggi produciamo energia elettrica con il carbone! Nei pensieri del Presidente Macron poi nessun cenno ai cittadini e al loro interesse, preferendo quello dell'industria che è si importante ma correllato al prodotto che tutti oggi hanno perso di vista. Prodotto che non è mai stato di così bassa qualità come in questi ultimi cinque anni. Da parte di quasi tutti, cinesi e pochi altri esclusi, che ora si vuole relegare nel cestino. In più non si sottovaluti che senza concorrenza non c'è miglioramento e che l'industria europea ha dato il meglio per vent'anni proprio sulla base di questo principio e che tra l'altro ha vinto su tutto e su tutti, sfruttando anche il mercato cinese. Insomma, in Europa da liberali nel concetto più ampio, a parole, stiamo passando a uno statalismo illiberale e fortemente costrittivo che non porta mai del bene.