Era nata piccola da un geniale inglese di origini greche, Alec Issigonis, fatto poi Sir per lo straordinario successo ottenuto.
Issigonis aveva messo le ruote agli angoli, l’abitacolo al centro e una meccanica fuori schema per renderla meno invasiva, su tutto il sistema di lubrificazione, che era lo stesso per cambio e motore.
Il risultato fu spazio interno esagerato in rapporto alle dimensioni esterne.
Era il 1959 e fu un successo.
Per decenni ne ha fatte e viste di tutte, appagando il gentil sesso per lo stile ma anche tutti quelli che andavano svelti. E, infatti, si impose nei Rally e arrivò a conquistare persino Enzo Ferrari!
Poi il lento declino degli anni ottanta, fino a quando arrivò BMW, che la fece tornare grande nel 2001.
Dapprima solo tre porte, poi cabriolet, Countryman, Clubman...tutto quello che BMW faceva valeva ora fino alla Roadster e alla Coupé, le due mal riuscite e poi eliminate assieme pure alla Paceman. Quindi la 5 porte.
Presto Mini compirà sessant’anni e per l’occasione debutterà una Mini ancora più compatta a trazione elettrica che tanto farà parlare.
Oggi invece arriva sul mercato un importante restyling che non porta in dote solo i fari posteriori con Union Jack che si potranno montare anche sul modello pre restyling pagando 600 euro. Perché sulla Mini 2018 ci sono nuovi motori e cambi oltre ad altri affinamenti meccanici che i dati dichiarati però poco trasmettono perché sono stati fatti con il nuovo ciclo Wlpt che fa apparire la nuova Mini meno parca rispetto al modello precedente quando in realtà è il contrario! Ciò è il risultato di campagne ipocrite fatte da politici impreparati supportati da media miopi.
La nuova Mini One non ha più l’1.2 ma l’1.5 e ciò porta in dote 10 nm di coppia in più.
Alla guida secondo tradizione la Mini 2018 non lascia indifferenti, anzi, perché offre un inedito cambio a doppia frizione della Getrag e i motori sono tutti a iniezione diretta. Il Diesel 2.0 da 170 cavalli riceve pure una raffinata turbina a doppio stadio che lo rende più reattivo. La Cooper S ha il cambio a doppia frizione Getrag con funzione veleggiamento. Ma la Cooper SD rimane con l’otto marce con convertitore. Attenzione, però, perché la rinnovata Mini Cooper SD 2018 perde qualcosa nella velocità massima ma migliora l’accelerazione. Va anche ricordato che l'attuale generazione Mini è quella più comoda di sempre.
Mini si propone con prezzi a partire da 17.950 euro. Circa 500 in più rispetto a prima e con consumi dichiarati superiori rispetto al modello precedente ma non si pensi che sia così, cioè che la nuova consuma di più. Anzi, consuma il 5% in meno. Ma a causa delle nuove omologazioni succede questo. In Italia non è un grosso problema, in molti altri Paesi si perché le tasse sull’auto si pagano sulle emissioni di CO2 che dipendono dai consumi ed essendo più alti…fate voi quanto sono in questo momento felici delle nuove norme omologative!