La crisi dei semiconduttori e non solo sta colpendo sempre più la produzione di auto.
I motivi come al solito sono molteplici come le colpe non sono di pochi anche se una buona parte l’hanno i buyers delle aziende automobilistiche e della componentistica che hanno troppo delocalizzato ingolositi da prezzi convenienti. E oggi ne paghiamo tutti le conseguenze: Stati che incassano meno tasse, consumatori che devono aspettare, prezzi sempre più alti…
Dai dati diffusi dall’ACEA per il periodo gennaio-agosto, nell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK), le immatricolazioni sono aumentate del 12,7% rispetto allo stesso periodo del 2020. Ma questo confronto è fuorviante in quanto il dato del 2020 era stato fortemente penalizzato dalla pandemia. Per avere un quadro veritiero occorre fare il confronto tra il 2021 e il 2019. Emerge che, rispetto allo stesso periodo del 2019, nel gennaio-agosto 2021 il mercato dell’auto nell’Europa Occidentale ha fatto registrare un calo del 24,4%!
In luglio e agosto vi è stato quindi un peggioramento che dovrebbe accentuarsi nei prossimi mesi per la crisi dei semiconduttori che ha determinato fermi nella produzione di molte Case automobilistiche comprese quelle giapponese, come Toyota e Subaru.
Se si valuta l’andamento delle vendite di nuove auto nei maggiori cinque mercati, il risultato peggiore è quello della Spagna, che accusa un calo del 33,4%, seguita dal Regno Unito (-27,5%), dalla Germania (-27%), dalla Francia (-23,3%) e dall’Italia (-20%).
L’Italia “tra i cinque grandi” è il Paese con il risultato meno negativo. La causa di questa nostra maggiore tenuta è dovuta principalmente agli incentivi anche per le vetture con emissioni di CO2 comprese tra 61 e 135 grammi al chilometro e che erano a stock.
Per i prossimi mesi la situazione non dovrebbe migliorare, anzi, perché le fabbriche vanno a rilento e quindi le concessionarie non hanno prodotto.
La carenza di prodotto sarà un problema che non si risolverà a breve e bisogna pertanto che chi approccia all’acquisto di una nuova auto ne tenga bene in considerazione. Molta attenzione bisognerà anche prestare agli allestimenti perché molti accessori potrebbero sparire. E importante è anche rilevare che c’è una mancanza dell’usato. E qui ancora dobbiamo ringraziare chi ci governa che con le limitazioni alla circolazione locale nelle città ha mandato all’estero a prezzi stracciati auto ancora ben funzionanti.
A chi deve cambiare auto il consiglio è di scegliere modelli in pronta consegna sempre cercando di non farsi troppo influenzare da proposte di ripiego perché se l’auto non è stata ancora prodotta ed è difficile da verificare, i tempi possono diventare biblici con il pericolo tra l’altro che poi non venga fuori nemmeno come la si era configurata e per di più con incremento di prezzo.
Per chi invece non ha urgenza, è meglio aspettare anche perché con carenza di prodotto è difficile farsi fare grandi sconti.
In Italia nella prossima legge di Bilancio molti sperano che con il piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) dell’Unione Europea che porterà in Italia ingenti risorse alcune vengano dirottate sempre a favore dell’incentivazione all’acquisto di nuove automobili e ciò potrebbe anche essere un bene se però ci fosse un buon prodotto disponibile. Cosa che invece non c’è per i più. E se quindi soldi andranno riversati al settore saranno altri soldi buttati al vento. Come hanno dimostrato questi ultimi che sono costati allo Stato tantissimo e non portano niente nelle sue casse. Anzi. E mentre la sempre più povera Italia arranca, la Spagna si prepara a diventare la seconda nazione produttrice di automobili. Forse se l’Italia si concentrasse più sul domani che sull’oggi e finisse di fare la cicala sarebbe meglio per tutti.