Thierry Bolloré è da pochi mesi N.1 di JaguarLandRover.
Francese, anno di immatricolazione 1963, Thierry Bollore ha dato nuova missione a Jaguar, comunicando al mondo che questo marchio dal 2025 produrrà solo veicoli elettrici.
Bolloré ha iniziato a lavorare in Michelin, nel 2012 è entrato in Renault e nel 2018 è diventato Ceo, carica che ha lasciato dopo un anno.
Il nuovo N.1 di Jaguar non è uomo che si piega, semmai si spezza.
Ma fino ad ora non è mai successo.
Più attento alla finanza che al prodotto, l’uomo ha presentato il piano "Reimage" che mira a far diventare JaguarLandRover una "società a emissioni zero" entro il 2039 sena entrare naturalmente nel dettaglio.
Nel piano si evince anche una potenzialità dei powertrain a idrogeno, ancora senza nulla di specifico, e ogni anno dovranno essere investiti qualcosa come 2,8 miliardi di euro nell'elettrificazione e nei servizi.
I passi che questo francese intende far compiere al nobile marchio inglese sono pesanti come macigni. E gettano nel panico non pochi, perché tra quattro anni tutta la produzione di Jaguar in essere verrà buttata alle ortiche e significherà che per i prossimi 48 mesi tanti non avranno più diritto di esistere. Pensate solo a quante parti meccaniche non verranno più prodotte. Ma c’è di più: il momento che Jaguar sta vivendo è molto difficile con perdite pesanti e vendite ridotte all’osso su tutti i principali mercati. Quindi va incontro a questa trasformazione già molto fragile con tutte i rischi del caso. E nelle Midlands cresce la preoccupazione anche perché c’è un detto: quando Jaguar starnutisce la regione prende il raffreddore! In parole semplici, la miriade di fornitori e aziende legate al Gruppo sono spaventati. Non c'è solo il tema Brexit con la riduzione delle fabbriche cacciavite jap, adesso anche l'industria nazionale ingrana la retromarcia! Anche altre realtà fuori dal Regno Uniti tremano: si pensi solo alle aziende come la Pasubio che fornisce la pelle alla Jaguar.
Bisogna però non sottovalutare che il premier inglese Boris Johnson spinge per il passaggio alle auto elettrica promettendo tra l’altro qualcosa come 250 mila nuovi posti di lavoro ma questa potrebbe essere la classica carota per ristrutturare un’azienda che non funziona e anche un Paese che ha fatto scelte di rottura con il passato .
Jaguar è inutile girarci intorno ha perso la guerra. Perché non si taccia che: la XE che doveva battere la BMW Serie 3 ma è stata un vero flop; la XF tutta in alluminio non ha sottratto clienti all’Audi A6 e Mercedes Classe E ma anche alla BMW Serie 5, altro bel flop (non parliamo poi della versione Sportbrake); ma anche le varie SUV F-Pace ed E-Pace tanto meglio non hanno fatto. Insomma: negli ultimi dieci anni la Casa inglese ha presentato tanti nuovi modelli ma non uno è andato bene. E per dare a Cesare quel che è di Cesare molta responsabilità di questo insuccesso è dovuto al marketing che ha sbagliato tutto e alla mancanza anche di uomini di prodotto e comunicazione.
Molti osservatori pertanto sostengono che questo cambio repentino sia dovuto al periodo difficile che Jaguar sta vivendo ma anche perché sembra che la proprietà indiana si sia stufata di mettere soldi.
Il problema più grosso sarà passare i prossimi quattro anni. Anche perché il nuovo Ceo sembra quasi certo abbia bloccato tutto, anche la nuova generazione della XJ che doveva debuttare a breve. Pazzesco: era pronta. Finita. E viene buttata al macero! Certo, non era un capolavoro ma...ci si poteva e doveva accorgere prima. E visto che c'era...
Il mondo automotive è conscio che se auto elettrica sarà per tutti sarà da aspettarsi una grande moria di marchi noti ma anche la nascita di altrettante nuove realtà.
Jaguar potrebbe essere uno dei primi a lasciarci le penne perché un cambio tanto repentino è davvero folle. Certo, la finanza continua a spingere come la politica sulla mobilità elettrica ma ad oggi la tecnologia non è vincente per emissioni, costi e prestazioni. Quindi se per caso si accorgessero tutti insieme che i conti sulle elettriche non tornano, Jaguar si ritroverebbe senza più nulla. E quindi bye bye auto mito dalla lunga tradizione e come tradizione non sempre gestita da uomini dotti oltre che illuminati. Caro Bolloré, nella tempesta almeno un ombrello è meglio tenerlo sempre con sè, se non aperto almeno in mano, come insegnano gli inglesi!
Detto tra di noi ricordiamo che la vita di Jaguar è sempre stata vissuta tra alti e bassi. Uno dei motivi principali di queste salite e cadute era dovuto al fatto che faceva durare molto, troppo i suoi modelli, ma anche a carenze tecniche e a una affidabilità tutt’altro che certa. Due le Jaguar più belle di tutti i tempi: la XK e la E-Type. Entrambe avevano un sei cilindri poderoso ma un telaio non favoloso vestito con carrozzerie da urlo. Altra Jaguar mito la MKII. La berlina sportiva con interni salotto. Arrivò poi la Mark X prima a scocca portante che bene stava in strada. Quindi iniziò la saga XJ con la sua cronica scarsa affidabilità dovuta anche a componenti Lucas tutt'altro che esemplari. Le Jaguar erano ancora lusso e per pochi fin quando Ford fece sua la decisione di fare una serie molto popolari basandosi su piattaforme economiche. Videro la luce la S-Type su base Lincoln e la X-Type su base Ford Mondeo. Ford portò l’affidabilità ma la crisi che colpì la Casa americana la mise letteralmente sul marciapiede. Per fortuna passava Ratan Tata che la vide e la “impalmò” assieme a Land Rover. Ratan Tata quando fece acquisire al suo Gruppo i due marchi inglesi era un sostenitore delle Jaguar ma successe che Land Rover azzeccò subito alcuni modelli e il successo ubriacò tutti relegando Jaguar al ruolo di Cenerentola.