Dyson getta la spugna.
Non farà una sua auto elettrica.
I motivi? Non tornano i conti.
Dopo aver speso qualcosa come 200 milioni, aver improntato uno stabilimento a Singapore, aver assunto persone per inseguire il sogno di fare concorrenza a Tesla, Dyson ferma tutto.
Se avesse ascoltato Sergio Marchionne, forse sarebbe stato meglio. Perché quando si parlava con Marchionne dell’auto elettrica sosteneva che era un pessimo business. E non era il solo. Anche molti tedeschi che ora non ci sono più a capo di importanti Gruppi erano concordi.
Ma il signor Dyson non ci credeva e ha voluto provarci.
Ora la domanda che molti si fanno è quando si accorgeranno che il business non torna anche altri che stanno tanto investendo?
Sergio Marchionne sosteneva che un’azienda è sana quando fa profitto e quando lo fa con i propri prodotti.
Sergio Marchionne non ha mai voluto incentivi perché erano al pari della droga per l’uomo.
Oggi la mobilità elettrica vive drogata con tutte le tragiche conseguenze del caso. Dyson sembra l’abbia scoperto ma è al momento una rarità.
Oltre ai conti, sembra che Dyson abbia mollato per le batterie, non solo perchè costano tantissimo ma anche per la reperibilità e perché quelle più evolute allo stato solido non sono in grado di arrivare presto sul mercato. Tant'è che sembra continui a investire a riguardo e a dirottare una parte delle persone sullo sviluppo che potrebbe poi servire per gli aspirapolveri. Nota importante: Dyson sembra anche che abbia cercato partnership ma con scarsi risultati, proprio perché l'industria sana ha sempre più dubbi sulla mobilità elettrica e ci sono dei scogli tecnici difficili da superare.