Sono sempre di più ad essere convinti che la mobilità urbana conoscerà presto nuovi attori, sia in aria sia in terra.
A Las Vegas un mini bus a guida autonoma, pensato in Francia, non ha però fatto una bella figura la settimana scorsa perché si è scontrato con un camion!
Sembra invece abbiano il vento in poppa gli ATT, acronimo di Autonomous Air Taxi, perché non c’è giorno che qualcuno non riveli qualcosa sul tema. L’ultimo annuncio è di Uber che prevede i primi test nel 2020 a Los Angeles, ma non bisogna dimenticare che è Dubai la città che più si sta adoperando come antenna tecnologica tanto che mentre molti sono solo agli annunci, lo scorso settembre un ATT ha già volato con successo sopra quella immensa città alla presenza del principe ereditario Sheikh Hamdan bin Mohammed.
A oggi quindi verrebbe da dire che l’intelligenza artificiale meglio si esprime in aria che in terra ma anche perché la densità è assai differente (del traffico non dell'aria!). Il punto è quanti ATT si riusciranno a far volare e non se funzioneranno. Il dubbio è quante persone riusciranno a servire: pochi eletti e fortunati o tanti?
Nel tempo in cui tutti si infervorano per nuovi mezzi e nuove soluzioni, in Italia si pensa agli incentivi per l’acquisto di auto pulite ma a distinguere quali siano pulite e quali no per i nostri politici il dubbio è pari a quello dell’Amleto di Shakspeare.
Tornando ai mezzi volanti c'è un'altra considerazione da fare: sono sempre di più le compagnie asiatiche e arabe (perché non abbiamo più compagnie nostrane degne) che ci collegano con la Cina, allungando non poco i percorsi per far scalo nei loro hub fuori rotta, inquinando certamente di più. Ma di ciò pochi se ne occupano, così per andare da Milano a Shanghai c’è chi passa per Singapore o chi per andare in Giappone fa una capatina…negli Emirati!