In Germania sull’evoluzione dei motori elettrici c’è molto fermento.
ZF ha in canna un nuovo motore più compatto definito I2SM (acronimo di In-Rotor Inductive-Excited Synchronous Motor), l'unità offre prestazioni paragonabili a quelle dei motori sincroni a magneti permanenti (PSM) senza adottare terre rare né magneti; Continental pensa invece a mettere i motori elettrici nelle ruote integrandoli con i freni, grazie a una Joint venture con un’altra azienda sempre tedesca, la Start-up DeepDrive.
Entrambi si dicono fiduciosi che queste soluzioni potrebbero andare già in produzione tra 2/3 anni ma non sono semplici, perché soprattutto per la soluzione Continental inserire ad esempio i motori nelle ruote porterebbe a nuove carrozzerie, inesplorati lay out per i telai… tutte soluzioni che richiedono molto tempo di sviluppo.
In questi anni tutti si sono concentrati molto sulle batterie perché rappresentano più del 40% del costo ma ora c’è sempre più attenzione alla parte propulsiva anche perché necessitano di terre rare nella configurazione PSM che permette maggior potenza ed efficienza ma necessitando anch’esse di materie prime molto rare non possono essere sottovalutati.
Da qui anche uno dei motivi per cui si sta investendo parecchio anche in questo campo. ZF parla di un peso del motore di 25 kg e del sistema di 75 kg. Numeri di sicuro interesse anche da parte di alcuni costruttori che hanno avviato contatti con il fornitore tedesco. Insomma, per motori e batterie per veicoli elettrici sembra proprio sia partita una corsa all'innovazione inarrestabile, pertanto aumenta sempre più la convinzione che l’automobile come l’abbiamo conosciuta per più di 100 anni abbia le ore contate e come si continua a ripetere tra 2/3 anni vedremo davvero se i sogni si tramuteranno in realtà.