Porsche 911 GT3 RS
A proposito di...
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11 giugno 2019

gran macchine. La GT3 RS

Oggi in tanti cercano di arrivare agli ottomila.
 
Con l’avvento dei motori turbo, nel mondo dell’auto, sono invece sempre meno. 
 
Tra i motori aspirati più avvincenti c’è quello da 520 cavalli della Porsche 911 GT3 RS, che arriva a 9000 giri
 
La Porsche 911 GT3 RS adotta un 4 litri davvero speciale a carter secco che allunga come pochissimi altri e che oggi sono merce rare da omaggiare e curare. Il sistema di lubrificazione a carter secco deriva dalle corse e permette una migliore lubrificazione anche in caso di forti accelerazioni laterali ma soprattutto frena meno i movimenti e quindi tutti i motori con questa soluzione sono più svelti, reattivi. L’impressione ogni volta che si guida un’auto a carter secco è quella di avere dei muscoli si potenti ma anche sempre prontissimi nello scatto, nelle reazioni, istantanee. 
 
L’erogazione della potenza del 4 litri Porsche inebria quando si affonda sul pedale dell’acceleratore e quando gli altri tirano il fiato obbligando a passaggi di marcia, Lui ha ancora tanto ma proprio tanto da dare. 
 
Si torna così a poter guidare gestendo la potenza con la corsa del pedale acceleratore. Il pedale dell’acceleratore non è uno strumento on/off dove c’è tutto o niente ma un vero potenziometro che più lo si preme più dispensa. Nella guida questo permette una gestione più divertente che se come nel caso della GT3 RS viene supportato da un gran telaio rigido, da la sensazione di poter volare seppur si sia sempre ben ancorati a terra. 
 
Al di là dello 0-100 in 3.2 secondi o della velocità massima di 312 km/h, quello che più colpisce è come poi ci si senta un tutt’uno e anche ciò porti a sensazioni uniche. Qualsiasi marcia della Porsche 911 GT3 RS vale due marce della stragrande maggioranza delle rivali. 
 
Passare una giornata con una GT3 RS è disintossicante. E porta a far comprendere al meglio anche le differenze con le vetture più potenti elettriche che hanno più spinta ma non la stessa reattività ai comandi mostrando molta più inerzia che poi compensano con la maggiore potenza. Nelle prestazioni pure quindi raggiungono valori migliori (seppur per poco tempo) ma non la reattività che da soddisfazione quando si guida su percorsi che vanno interpretati e dove l’uomo camaleonte sa far ancora la differenza. 




 

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