Sono in tanti a chiedere un commento sul Presidente degli Stati Uniti d'America: Donald J. Trump.
Quindi cambio programmazione.
Donald J. Trump l’ho incontrato a NY almeno in tre occasioni. Una fu divertente perché ci scontrammo all’uscita di un building: l’americano grande e grosso contro il piccolo italiano. Con l’occasione scambiammo due battute. In particolare sulle auto che ci stavano aspettando fuori. Io avevo una Quattroporte, Lui la sua limo con autista, ovviamente. Mi chiese come andava la Maserati. Mi sembrò un uomo “sul pezzo” perché infilò una serie di domande secche e mirate che mi stupirono non poco. Poi una battuta sulle supercar italiane in particolare sulla Lamborghini e io per cortesia su Corvette e Mustang. Mi gelò chiedendomi perché non avessi chiesto della Camaro! In contropiede buttai lì: “Le piace guidare?” e rispose: “non ho tanto tempo per farlo” non chiarendomi se gli piaceva guidare oppure no. Ho ancora questo dubbio ma anche la convinzione che sa sempre esattamente dove vuole portare una conversazione come l'Avvocato Agnelli e che è altrettanto persona educata e molto cortese. Un’altra volta parlai di aerei, mi colpì la sua maniacale attenzione ai dettagli. Lì capii che è un uomo non attento al dettaglio ma di più e che è uomo di comando che comanda non lasciando nulla al caso.
Quest’anno a Detroit, nota l’ascesa di Trump, ho domandato ad amici e conoscenti cosa avrebbe potuto significare una sua presidenza per il mondo dell’automobile. Tutti impegnati nel settore automotive hanno sostenuto che, secondo loro, Trump non sopporta operazioni come la delocalizzazione di siti produttivi in Paesi confinanti e che, se fosse salito alla Casa Bianca, chi era andato in Messico avrebbe avuto vita difficile perché Trump è 100% made in USA.
E, in effetti, durante la campagna elettorale Donald J. Trump è stato molto chiaro su questo.
A domanda se fosse più per GM, Ford o Chrysler, i più erano che fosse per la prima, la grande General Motors.
Ma queste sono chiacchiere da bar.
Sul tema auto elettrica si è molto discusso su un suo tweet che riguardava il desiderio mancato di Obama di riuscire a far circolare un milione di auto elettriche e, quindi, sul futuro dell’auto elettrica, se Trump fosse arrivato alla White House.
Tutti si è abbastanza convinti che l’auto elettrica con Trump al vertice dovrà dimostrare da sola se sarà in grado di imporsi.
Come è giusto che sia, senza inganni, senza trucchi e senza aiuti di Stato.
Si è pensato a VW ed ad altri costruttori impegnati in Messico. Solo VW occupa più di 15 mila persone e anche Audi si è messa a produrre là la nuova Q5. BMW è sempre negli USA ma anch'essa ha messo la prima pietra in Messico. Chissà cosa succederà ora?
In poche parole il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump è un uomo che si sente… quando passa ma soprattutto che sa cosa vuole e dove vuole andare. E’ preciso, maniaco nei dettagli. E tutto deve essere sempre perfetto. Per l’automobile in generale questo può essere un bene. Obama passa alla storia come il Presidente che ha sistemato una situazione drammatica (GM, Chrysler…); Trump potrebbe entrare nella storia come il Presidente che non permetterà di finire come si era finiti.