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10 marzo 2021

materie prime sempre più care

I prezzi delle batterie stanno salendo alle stelle a causa del forte incremento di domanda globale di veicoli elettrificati.

La forbice del costo tra elettrificate e auto a combustione interna aumenta al posto di diminuire. 

Negli ultimi mesi si continuano a registrare aumenti del nichel e del cobalto, materie prime indispensabile per la costruzione delle batterie.

Secondo alcuni analisti i prezzi del kWh devono stare a 100 dollari, attualmente si è a 140 dollari.

Molti produttori di batterie sono però abbastanza tranquilli perché hanno scorte di materie prime e hanno firmato contratti quando i prezzi erano più bassi. Quindi per i produttori di batterie storici, problemi non ve ne dovrebbero essere, al contrario invece per quelli che si affacciano ora sul mercato. E viene subito da pensare alle nuove realtà che in Europa stanno vedendo ora la luce.
I coreani e i giapponesi sono quindi abbastanza tutelati, i cinesi sembra che addirittura per la prima volta siano riusciti a produrre batterie addirittura al di sotto dei 100 dollari per kWh.

Sullo sviluppo delle batterie di nuova generazione oggi tutti sono impegnati nella riduzione del cobalto anche perché è l’unico materiale in mano davvero a pochi. Quindi si è ostaggi di una sorta di monopolio.
Nel 2019 sembra che siano state estratte 140.000 tonnellate di cobalto in tutto il mondo. Il Congo ha rappresentato il 70%, ovvero 100.000 tonnellate, seguito dalla Russia con 6.100 tonnellate e dall'Australia con 5.100 tonnellate.
Le batterie di prossima introduzione dovrebbero avere il 90% di nichel, mentre il resto è cobalto, manganese e alluminio.
Aumentando il rapporto di nichel al 90 percento e aggiungendo alluminio come alternativa al cobalto, la sfida è rendere le batterie più potenti ma anche più economiche. C’è però da verificare la stabilità.
Giusto per avere un’idea dei costi, una tonnellata di cobalto si paga attorno ai 50 mila dollari, una di nichel 16 mila dollari e una di alluminio 2 mila!
Per questo tutti stanno cercando di uscire dalla trappola del cobalto. Ma c’è un problema anche per il nichel: oggi serve per lo più l’industria dell’acciaio inossidabile e solo in minima parte per le batterie. Ebbene, se le richieste di nichel cresceranno ancora perché l’auto elettrica tutti la vogliono e anche l’acciaio inossidabile avrà un ruolo dominante, allora ci sarà un bel braccio di ferro e i prezzi cresceranno ancora.
E qualcosa si è già visto lo scorso anno quando la catena di approvvigionamento delle batterie è stata influenzata dalle incertezze sui prezzi del nichel. 
Il problema delle materie prime alcuni pensano di risolverlo con il riciclo ma di batterie usate ancora poche ve ne sono e quindi prima di avere benefici concreti tanta acqua sotto i ponti dovrà passare.
E anche per tutto questo molti costruttori automobilistici lanciano campanelli d'allarme alla politica sul rischio concreto che la mobilità individuale diventi patrimonio per pochi e non per i più come è stato negli ultimi cento anni. 


Nel grafico qui sotto uno studio sul potenziale aumento della richiesta di materie prime: in rosso la grafite, in giallo il litio, in arancio il nickel e in blu il cobalto

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