Era nato con il motore Diesel. Da pochi mesi inizia a servire anche alcuni motori a benzina. Il filtro particolato che tanti dispiaceri ha dato ad alcuni automobilisti continua la sua ascesa. Innanzitutto bisogna chiarire perché vide la luce. Agli inizi degli anni 2000 si era visto che con l’aumento delle pressioni si generavano più polveri sottili e per fermarle si cercò una nuova tecnologia. Tra i più lesti gli ingegneri di Peugeot che inventarono la tecnologia Fap. Questa sfruttava un filtro accumulatore che poi attraverso una iniezione di cerina lo ripuliva. Pochi mesi dopo arrivarono i primi DPF che non necessitavano di cerina. All’epoca molte Case si servivano dei motori Peugeot. Quando misero i filtri a secco senza cerina non avevano capito che questi filtri sarebbero funzionati al meglio solo con le alte temperature e che gli ingegneri francesi avevano messo la cerina anche per questo. Così uscirono tante automobili con i filtri che si intasavano se non si andava in autostrada e si portava la temperatura a valori più alti. In Volkswagen e soprattutto in BMW avevano capito che bisogna tenere alte le temperature, pertanto li posizionarono a ridosso del collettore di scarico dove le temperature sono più alte e infatti problemi non ne avevano. Nel tempo tutti hanno compreso l’importanza della posizione e infatti l’hanno cambiata. Oggi sul filtro antiparticolato nel Diesel non ci sono più problemi. Nel frattempo però si è visto che anche i benzina con le alte pressioni ne hanno bisogno e quindi molti si stanno adoperando per inserirli, complici anche le normative antinquinamento sempre più restrittive dell’Europa, con un aggravio di costo non indifferente. I filtri antiparticolato dei benzina infatti come quelli dei diesel sono costruiti con materiali nobili che hanno prezzi tutt’altro che trascurabili, ma per l’ambiente e la salute non si deve guardare ai prezzi! Tra le prime Case a introdurre i filtri antiparticolato sui motori benzina ci sono Peugeot e Mercedes. Il Gruppo PSA che comprende Peugeot, Citroen, Opel e DS ha sviluppato un filtro antiparticolato o GPF (Gasoline Particule Filter) per trattare le emissioni delle motorizzazioni benzina a iniezione diretta, con un’efficacia superiore al 75%. A partire da inizio 2018, il filtro antiparticolato (GPF) sarà esteso per tutti i modelli ai motori benzina a iniezione diretta di Groupe PSA, ovvero sui 3 cilindri turbo e sui 4 cilindri, con l’obiettivo di ottimizzare prestazioni e rendimento, riducendo ulteriormente i consumi. I motori benzina PureTech di PSA migliorano le prestazioni (20 cavalli in più sul motore 4 cilindri e tempo di risposta ridotto sui motori 3 e 4 cilindri) e i consumi (fino al 4% per i motori 3 cilindri PureTech e fino al 6% per i motori 4 cilindri) grazie anche all’evoluzione dei cicli di combustioni con pressione aumentata a 250 bar sui tre cilindri mentre sui quattro all’alzata variabile continua ed evoluzione del pilotaggio delle iniezioni multiple (Valvetronic). Inoltre sono stati ridotti gli attriti e c’è una evoluzione del sistema di sovralimentazione. Il filtro antiparticolato per benzina come per i diesel oggi non richiede manutenzione e il suo ciclo vita supera i 200 mila chilometri.