Alto voltaggio
A proposito di...
A proposito di...
6 febbraio 2020

cambio auto, siamo in cortocircuito e la bolla...

Un po’ di tempo fa la domanda era: che auto compro? 
 
Oggi non pochi si domandano: ma conviene ancora comprare un’auto benzina? E soprattutto diesel ma anche ibrida? 
 
La risposta sarebbe semplice, si.

Ma attenzione al rischio "bolla auto elettrica" generata dalla politica e dalla finanza…creativa.

Da quelli che speculano e soprattutto non si informano bene. Da quelli che hanno creato il mostro Tesla. Un gigante in borsa ma dai piedi d’argilla sulla terra, che è riuscita in una impresa straordinaria: trasformare l’illogico in logico, generando quel cortocircuito che a una semplice domanda rende difficile dare una risposta.
 
Una volta comprare un’auto era un momento felice della propria vita. Oggi lo è meno. 
 
Nonostante una offerta più variegata che mai non si sa cosa comprare.
 
Acquistare oggi è un gran rompicapo perché la classe politica che ha potere di fermare l’automobile a combustione rifugiandosi sotto l’ombrello dell’ambiente non è chiara. E dopo il blocco delle auto diesel alcuni politici pensano si possa impedire addirittura la vendita a tutte le auto con motore a combustione in tempi relativamente brevi. Quindi anche le ibride! C'è chi parla di dieci anni.
 
A fronte di ciò molti stanno alla finestra e forse è cosa buona e giusta. Ma altri si buttano sulle elettriche con gli incentivi. Incentivi però che vengono pagati da tutti i cittadini per dare beneficio economico poi a pochi. Pensiamo al caso della Lombardia e di Milano che arrivano, complice Volkswagen Italia, a offrire una UP! elettrica a meno di 8 mila euro contro un costo di listino di oltre 23 mila euro! Più di quindicimila euro “regalati” o meglio sottratti a iniziative migliori per la collettività e non per pochi singoli.
 
In più c’è anche da dire che in Europa sempre la classe politica ha spinto e spinge per far aumentare i sistemi di aiuto al guidatore che hanno costi importanti, così salgono i prezzi e non sono infallibili. Ma soprattutto non hanno le stesse rese. A proposito di aumento dei prezzi: lo sapete che nel 2019 i prezzi delle autovetture nuove in Italia sono aumentati mediamente del 2,5% rispetto al 2018. E lo sapete che per il 2020 i prezzi saliranno ancora di più perché arriveranno auto sempre più dotate ma anche complesse?
 
Gli aumenti sono di quelli importanti considerato che sono nettamente superiori all’incremento fatto registrare dal tasso di inflazione (+0,6%). E all’aumento dei prezzi c’è anche da aggiungere quello sui finanziamenti con molti TAEG oltre il 7% perché oggi il guadagno si fa per lo più sui sistemi finanziari, tanto che la formula del pagare quote e non tutto in contanti viene più sollecitata. E apparentemente premiata. 
 
E ancora, non bisogna sottovalutare che l’usato sta perdendo molto valore a causa delle decisioni di limitare troppo spesso la circolazione anche alle euro 4 ed euro 5 mentre ormai il valore delle euro 3 è pari a zero con il risultato che sono andati in fumo tanti denari.
 
Molti presidenti e dirigenti di grandi Case automobilistiche invocano la sostituzione del parco circolante. Ma non tengono in considerazione che l’acquisto di un’auto non equivale a comprare un pacchetto di sigarette. Non sembrano consci che non tutti se lo possono permettere dalla sera alla mattina. E non capiscono che non è più un piacere cambiare auto. Forse sarebbe il caso che tornassero ad impegnarsi sul fare e non l'avere.
 
Ciliegina sulla torta: non tutti i costruttori sono in salute. Molti stanno preparando tagli importanti anche sul numero di modelli. E’ il caso di Case giapponesi  ma anche di alcune Case europee che ridurranno la gamma. E quindi c’è anche una mirata attenzione di chi fidarsi e di che modello scegliere per non trovarsi con un fuori produzione definitivo o con una situazione già vissuta se si aveva preso una Rover e una Saab prima del…fallimento!
 
Oggi sono in molti a domandarsi cosa acquistare. Sul mercato sono attese molte importanti novità. La Fiat 500 elettrica, la Mini elettrica, la Honda e elettrica...tutte automobili molto utili per muoversi in città ma non certo fuori che possono essere una seconda auto ma per chi può.
 
Oltre alla politica, la responsabilità di questa situazione ricade anche sulla finanza che continua a premiare Case come Tesla che spingono sull’elettrificazione pura. E quindi porta molti CEO ad abbassare il capello facendo mea culpa e dicendo che anche loro spingeranno sull’elettrico. Così i anche i loro titoli in borsa sperano salgano, gli azionisti ringraziano e loro salvano il posto! Magari aumentando naturalmente il loro compenso.
 
Anche General Motors sembra voler prendere con maggiore decisione la strada dell’elettrificazione e la sua CEO, Marry Barra, bazzica attorno a Wall Street. La sua volontà sembra essere quella di fare più auto elettriche così da cercare più investitori e far salire il titolo quanto quello di Tesla. A domanda se questa volta GM ci riuscirà è difficile da dire dopo i fiaschi con le elettriche Volt e Bolt. Poi conoscendo la Barra e la GM parecchi dubbi si hanno. Oggi a più di tre anni dal lancio della Bolt non si può dire che sia stato un successo. Si ricorda che è una cinque porte media, con motore elettrico da 200 cavalli e pacco batterie da 60 kwh portati a 66, per un’autonomia dichiarata attorno ai 380 chilometri. Un’auto che non ci è mai piaciuta. E che ci fece avere una accesa discussione proprio con la Barra, che risultò non poco arrogante. GM Bolt ricordiamo ha un prezzo di 36 mila dollari, praticamente il doppio di una rivale a benzina! Sempre per quanto riguarda la Barra e GM ha anche la grana di una vertenza sindacale pesante, la più lunga negli ultimi 50 anni di vita dell'azienda che ha determinato la chiusura di quasi tutte le fabbriche statunitensi, con la relativa perdita di oltre 300 mila veicoli e oneri straordinari per 3,6 miliardi di dollari, di cui 1 miliardo solo nelle ultime due settimane di settembre. Di conseguenza, l'utile operativo è sceso da 11,8 miliardi di dollari a 8,4 miliardi. In più c'è una pesante contrazione delle vendite non solo negli Stati Uniti, ma anche in Cina (-20% solo negli ultimi tre mesi del 2019). Ma per il 2020 la CEO di GM ha grosse aspettative anche grazie a tagli ed...elettrificazione.
 
L’auto elettrica, se si ragiona, ha tantissimi nodi da sciogliere per poter navigare in sicurezza. C’è il problema della sicurezza con l’alta tensione. Non è chiaro l’impatto ambientale considerando anche il cambio di modello con relativa crescita delle rottamazioni e durata media inferiore a quella di un'auto a combustione. Non vanno sottovalutati i pesanti licenziamenti e chiusure di stabilimenti che comporta. Ricordiamo già più di 30 mila in Europa. Costa tanto in più rispetto a un’auto a benzina o diesel. Il costo dell’energia elettrica per alimentarla è oggi privo di tasse ma nonostante ciò il prezzo dell’energia servendosi di ricariche potenti arriva a ben 0,79 cent al kwh e quindi è già mediamente un 30% più costoso muoversi con una elettrica rispetto a un’auto a gasolio. Certo, poi ci sono anche accordi per farla pagare meno l’energia, ma sono sovvenzioni, incentivi che confondono e al pari della droga fanno apparire ciò che non c’è. E a fronte di tutto ciò, crescono i timori per il rischio di una bolla spaziale che più si gonfia più sarà devastante e pericolosa. Una bolla che se non la valutiamo attentamente potrebbe anche scoppiare tra dieci anni con conseguenze pesantissime.

Lascia un commento: